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Santa Cecilia, patrona della musica e dei musicisti si festeggia il 22 novembre, quest’anno un giovedì. In un tweet di quel giorno lo stesso Lorenzo Jovanotti ha ricordato la festività della Santa. La musica, sotto le mille dimensioni in cui si è dipanata nel corso dei secoli, è in realtà un unicum culturale che accompagna e testimonia le differenti epoche umane, corpo dinamico dove tutti i musicisti, di qualsiasi genere e di qualsiasi epoca storica, si ritrovano insieme anche nel nome della martire Cecilia. Il Coro di Subiaco ha voluto tributare il suo omaggio alla santa protettrice della musica tenendo lo scorso 24 novembre un concerto in suo onore presso la Sala Salvi a Subiaco. In una sala gremitissima, il concerto è stata una pura occasione per riconciliarsi con il mondo della musica. Sotto la direzione del Maestro Stefano Quaresima infatti il coro polifonico ha presentato un repertorio quanto mai inedito per accostamento: ha unito madrigali e frottole con brani polifonici moderni. Breve ma intensissimo il programma: cinque brani scherzosi e popolani composti nel 1500 (El Grillo è bon Cantore, O occhi manza mia, Il bianco e dolce cigno di Arcadelt, So ben mì c’ha bon tempo e Chi la Gagliarda, donne, vo’ imparare) uniti ad uno struggente brano a quattro voci Northern Lights del compositore norvegese Ola Gjeilo (1978) pubblicato nel 2008, e ad un sorprendete rifacimento polifonico, curato dal maestro Quaresima, del famosissimo brano dei Queen, Bohemian Rhapsody, scritto da Freddy Mercury, leader della pop-band inglese degli anni ottanta e scomparso proprio il 24 novembre del 1991. La musica, ha spegato il Maestro Quaresima, quando è buona musica, può riesprimersi anche sotto altri contesti interpretativi senza perdere il suo fascino, anzi può acquistare nuove peculiarità sonore ed emozionali. Anche con i brani dei Queen quindi si può onorare e festeggiare Santa Cecilia. Pura sperimentazione musicale, quella del coro di Subiaco, atteso ora dal suo pubblico ad uno sviluppo ulteriore di questo filone artistico.

Il concerto è stato poi chiuso dallo struggente e commovente brano Signore delle Cime, diretto dal Maestro Fernando Stefanucci, eseguito a ricordo dei coristi scomparsi, protagonisti indimenticati della storia ultraquarantennale della Associazione Corale Città di Subiaco.

Benedetto Appodia

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